No, non sto parlando di una disciplina new age, inventata da qualche buontempone, ma di medicina basata sulle evidenze che annovera, tra i suoi padri fondatori, i fisioterapisti australiani Geoffrey Maitland e David Butler e che è attualmente in continua evoluzione, grazie alle ricerche del fisioterapista Michael Shacklock.
Quando compare un fastidio, si pensa spesso a tutto come potenziale origine (muscolo, tendine, capsula articolare ecc.) eccetto che ai nervi, nonostante essi siano innervati (dai nerva nervorum) come molte strutture dell’apparato locomotore e nonostante possano essere origine di dolore o di strane sintomatologie, se compressi o se il loro scorrimento viene alterato.
La neurodinamica clinica è quella branca della fisioterapia che si occupa appunto della mobilizzazione indiretta dei nervi e delle strutture neurali.
Dopo aver studiato e valutato il caso clinico, attraverso delle manovre di messa in tensione e di scorrimento indolori, si cerca di ridurre la sintomatologia che il paziente accusa.
Il nervo e le strutture neurali sono dotate infatti di movimento; questo movimento, che avviene tra il tessuto nervoso e le interfacce connettivali che lo avvolgono, può, per svariati eventi come un’ernia discale o un intrappolamento nel tessuto connettivo, diventare difficoltoso e possono comparire sintomi invalidanti: formicolio, sensazione di pesantezza, bruciore e dolore.
I primi studi sul movimento del nervo sono stati compiuti sul nervo sciatico del cadavere; si vedeva che, durante il movimento di sollevamento della gamba, parte della radice nervosa L5-S1 e il nervo sciatico si spostavano cranialmente (verso l’alto). Ad oggi ci sono centinaia di studi non solo sul cadavere, ma anche sull’efficacia delle manovre nel risolvere fastidiose sindromi invalidanti.
Quali disturbi allora possono essere trattati con successo attraverso le manovre neurodinamiche?
Tutte le sintomatologie che derivano dalla compressione o dall’alterato scorrimento di strutture nervose o nervi: forme iniziali di sindrome del tunnel carpale e cubitale, particolari forme di epicondilalgia recidivante (il famoso gomito del tennista che può avere origine dall’alterato scorrimento del nervo radiale), lombosciatalgie e lombocruralgie, sintomatologie sviluppatesi in seguito a colpo di frusta e tanti altri disturbi complessi, che non potrebbero essere altrimenti risolti.
In Italia la neurodinamica è ancora poco praticata, in parte perché i fisioterapisti investono in macchinette dalla dubbia utilità, i cui benefici non sono mai stati validati da ricerche serie, in parte perché si preferisce accontentare il paziente alla ricerca del massaggino, per altra parte ancora perché i corsi post-laurea di neurodinamica sono effettivamente pochi.
Speriamo che il futuro fisioterapico dell’Italia sia costruito sulla base delle evidenze e non delle mode.