Torna Dicembre. Tornano le promesse e le luci. Tutto splende, c’è aria di festa, c’è allegria. Eppure c’è una nota sospesa, un po’ stonata, a fare da sottofondo a tutto.
Sarà malinconia, sarà che la città, ancora una volta si appresta a vivere a metà, ma questo natale, sembra sotto tono.
Non che manchino le iniziative, anzi, quest’anno tra l’impegno dei privati cittadini, delle associazioni e anche dell’amministrazione, ci sono bellissime iniziative ed attività per la città. A mancare è qualcos’altro. Qualcosa di meno reale, ma di assai percepibile: la rinascita di San Severo.
Natale, è da sempre un periodo di rinascita, di buoni propositi, il momento per fare un reset, magari due passi indietro e ricominciare. Ripianificare il futuro della città, partendo dalle cose più semplici da risolvere, per poi cercare di mettere mano ai problemi, quelli veri che affliggono ormai endemicamente la quotidianità di San Severo. Ma tutto questo, come ogni anno è destinato a passare in secondo piano, almeno per qualche giorno, perdendosi tra le musiche e lo sfavillio delle luci, ormai, è tempo, più che altro di rimandare ogni cosa al nuovo anno, anche i buoni propositi, e mentre il tempo scorre, l’ombra che da ormai troppo tempo, avvolge San Severo, si allarga, e diffonde ancora di più, sebbene sembri meno scura, anzi forse proprio per questo, è più insidiosa.
Ogni Natale, San Severo riemerge un poco dal suo grigiore, e sembra rinascere. Ci sono eventi, si pensa ai grandi e ai più piccini, si veste ogni cosa di colore, si festeggia, c’è la musica, presente ovunque in ogni momento, per ricordare a tutti, che è natale, che è tempo di festeggiare, che tutto è bello, ma tra tanti lustrini e tante lucine, per quanto ci si possa sforzare, è difficile ignorare che tutto questo splendore è solo illusorio, il vestito delle feste, il “servizio buono” tirato fuori per l’occasione speciale, ma gli altri vestiti sono ancora da lavare, e gli altri piatti sono ancora tutti nell’acquaio.
Dicembre è anche tempo di riflessione, ed è proprio su quest’aspetto che riflettevo, perché questo, è indubbiamente un mese un po’ fuori dal tempo. Le scuole chiudono, gli uffici anche, le ferie sono più lunghe, e come dicevo prima, l’atmosfera è diversa. Ma è in fondo un mese come gli altri, per quanto magico e lungo possa sembrare è destinato a passare, e così, logicamente i problemi sono destinati a riemergere.
Questo articolo, purtroppo è meno natalizio di quello che avrei voluto, ma da sanseverese, vorrei che la mia città fosse sempre protagonista, nello spettacolo della vita, e sono stanca di vederla viva, tra alti e bassi, e talora sono maggiori i bassi, purtroppo, solo due volte l’anno: a maggio e dicembre.
Sono stanca, di tutte le attività che chiudono, anche a dispetto delle feste, del lavoro che manca, degli alti vandalici sempre presenti, e tanto vili, da colpire qualche volta anche le attività dei bambini. Ma è fin troppo ovvio, scontato, che tutti questi sono i segnali e i sintomi di una città che non sta bene, che cerca di non soccombere, ci prova ma non ci riesce. Una città che corre, corre, ma che non sa neanche da che parte sia il traguardo, e forse ha pure perso di vista quale sia il vero traguardo da raggiungere. Una città, che malgrado avrebbe ancora molto da offrire si spegne ogni giorno di più, e ne è un esempio proprio questo natale, la voglia, da parte dei cittadini, di riaccendere San Severo c’è, ma senza un giusto e robusto filo conduttore, rimangono solo piccole macchie di colore, sparse a caso, qua e là su una tela scura.
Spero che in un modo o nell’altro si trovi una giusta, strategia per unire queste “macchie” e rivelare finalmente il disegno di un piano per ricostruire davvero il futuro della città.