Cultura

UN RICCO PIATTO DELLA CUCINA PUGLIESE

Nella nostra San Severo la minestra di fave spesso con cicoriette è il piatto tipico del giorno di Santa Lucia.
La fava (vicia faba, della famiglia delle papilionacee) fa parte dei legumi che si
coltivano abbondantemente nella nostra regione, come ceci, fagioli e piselli.
Conosciuta ed usata sin dai tempi antichi da Egiziani, Greci, Romani (si ricorda che
Orazio amava accompagnare le fave al “roseo lardo” nella sua villa regalatagli da
Mecenate presso Vicovaro di Roma, l’antica “Vicus Vaira”) , la fava era ritenuta
dalle popolazioni celtiche, promotrice della fertilità e perciò molto usata nei
pasti quotidiani, da sola o accompagnata con le verdure.
Ancora oggi si usa dalle nostre parti nutrirsi con fave ben cotte, dopo l’ammollo
di una intera notte, fino a formare una vera e propria purea dal bel colore dorato, a cui si aggiungono le cicoriette di campagna lessate e condite con olio d’oliva.
Se non manca il buon vino di Puglia (di San Severo o di Canosa o di Lecce) e il
limpido olio nostrano, il piatto è completo e perfetto, oltre che gustosissimo.
Completo perché?
Come tutti i legumi, dal punto di vista alimentare, le fave sono ricche di proteine e di minerali vari.
Nella medicina popolare delle epoche passate, le fave hanno invece ricoperto un ruolo terapeutico, in quanto ritenute adatte a curare, se mangiate crude, le febbri intermittenti o la tosse secca, oltre che le fastidiose verruche, seguendo
un particolare rito magico, la cui memoria rimane ancora presso i più anziani: buttare in un pozzo tante fave quante sono le verruche da eliminare, ma fuggire lontano dal pozzo prima che le fave tocchino l’acqua del pozzo.

Circa l'autore

Silvana Del Carretto

Lascia un Commento