Opinione

L’INDECISIONE

Scritto da Vittorio Antonacci

Questa è la condizione di colui che non ha le idee chiare sul suo cammino, di chi non ha la sicurezza di poter proseguire sulla strada che aveva deciso di percorrere.

Al giorno d’oggi mi pare che sia uno stato d’animo presente in gran parte della popolazione perché non ci sono vie d’uscita: se una persona è abbiente si pone il dubbio circa la conservazione del suo stato, come investire, come premunirsi da crisi e svalutazione. Chi vive del suo lavoro ha davanti una serie di possibili cambiamenti, di ostacoli, di novità che possono essere anche dannosi: il peso delle imposte, degli oneri dei costi dei servizi, che non si riducono mai. Quelli che stanno nel limbo dei redditi minimi, sanno di trovarsi come su una imbarcazione non troppo robusta, esposta sempre ai pericoli della navigazione. Se non in procinto di naufragare.

La fiducia nei governi, come appare dalle crisi di tante nazioni, è venuta meno un po’ dovunque. I cittadini protestano e si ribellano perché il benessere sociale ed economico si è allontanato. Il credo politico che prima rappresentava una espressione di fede cieca ed assoluta, ora vacilla e costituisce ormai una nebbia confusa attraverso la quale non si vede più nulla di chiaro e definitivo.

La fede, le religioni, sotto tutte le latitudini attraversano un periodo di profonda riflessione: i popoli si vedono bombardati ogni giorno da nuove proposte, nuovi allettamenti che allontanano la mente dalle considerazioni finali che prima sembravano inossidabili e certe, senza dubbi. La vita umana stessa, esposta com’è a tanti pericoli, non è vista più come fonte di speranza, di accettazione ragionata e serena della sua grandiosità ed anche della sua precarietà. E’ invece esposta ad una totale mancanza di rispetto, ad una povertà di stima per cui viene calpestata ogni giorno senza ritegno: si uccide senza remore, si muore senza motivi. Se si guarda al futuro, non sono molte le persone che hanno chiara la visione di come sarà; si è incerti, non si sa bene in cosa ed in chi credere, tante sono state le delusioni vissute in una vita. Anche lo sport, l’ideale spirito di competizione che ha sempre animato l’uomo, il desiderio di superarsi e di superare lealmente gli altri, col tempo è stato svilito, gli atleti si sono drogati, hanno ceduto alle lusinghe del denaro ed oggigiorno si può dire che la competizione sia diventata solo un fatto social-economico. Sulle maglie dei campioni svettano le sigle degli imperi economici, i simboli della potenza.

Solo i tifosi della Juventus non hanno indecisioni: il loro amore per la squadra è certo ed imperituro. Tale che non si chiedono mai se quello a cui assistono sia evento sportivo oppure spettacolo, pagato a caro prezzo da chi manovra i fili. Tanto che i più bravi sono i più ricchi e la prova è che i più bravi si impegnano perché dimostrandosi eccellenti, guadagneranno di più e saranno ricercati a fior di milioni: alla faccia dell’agonismo e dello sport puro!

Al contrario delle nostre bassezze, i corpi astrali che popolano l’Universo seguono le loro eterne traiettorie, senza indecisione alcuna, con la loro abituale precisione; ogni mattina la terra volge una parte di sé verso il sole che la illumina e riscalda, mentre agli antipodi il resto del pianeta affronta la notte. E così nella nostra piccola costellazione ogni astro si muove, con la sincronia di sempre.

Ah, se fosse così anche nel nostro piccolo mondo, al suolo, nelle nostre menti.

Qui giù da noi solo caos, approssimazione, indecisione!

 

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Vittorio Antonacci

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