La carta dei diritti dei bambini tutela in particolar modo il diritto all’educazione, al gioco e alla socialità. Per la crescita equilibrata, per la felicità, per la maturazione del carattere. Vedere chiusi i bambini in casa, spesso soli e incollati ai computer e ai telefonini, non è un bello spettacolo. Certamente tali insostituibili strumenti stanno consentendo ai ragazzi una frequenza scolastica minima per evitare che si perda l’anno, con un incredibile sforzo degli insegnanti, che stanno facendo di tutto per aiutare i ragazzi a studiare da casa.
Nonostante ciò ai bambini manca il contatto fisico con i coetanei e con gli insegnanti, con cui confrontarsi e relazionarsi per crescere. Manca la vita e il gioco all’aria aperta, è inesistente la pratica sportiva e quella religiosa, la frequenza degli oratori e delle iniziative culturali. Non tutto, anzi poco, può essere risolto dalla modalità telematica. Ai bambini invece vanno assicurati i diritti fondamentali funzionali alla crescita fisica, psichica e affettiva.
Tra qualche giorno le restrizioni dovrebbero essere ridotte, ma le scuole resteranno chiuse. Che ne sarà dei bambini? Con chi staranno i bambini se i genitori dovranno necessariamente tornare al lavoro? Quando l’anno scolastico cesserà ufficialmente come da calendario, come verrà assicurato il loro diritto a stare all’aria aperta, ad essere educati, come si pensa di assicurare, in sicurezza, standard minimi di gioco e di socialità? Si stanno moltiplicando studi sui danni psicoaffettivi che la permanenza forzata in casa sta provocando ad alcuni soggetti, ma, va ripetuto, chi tutelerà i diritti dei bambini e, di conseguenza, le famiglie? Cosa stanno progettando i comuni?
Franco Lozupone