E’ scomparso in questo triste periodo di pandemia mondiale il poeta italo-americano che era nato a San Marco in Lamis nel lontano 14 gennaio del 1924, lasciando in quanti lo hanno stimato e apprezzato, ed anche in tutti coloro che lo hanno solo conosciuto o sentito nominare, una immensa tristezza e tanto rimpianto per quanto ha saputo donarci con la sua sapienza e profonda cultura.
Al 1947 risale l’emigrazione del Tusiani verso il nuovo mondo: un anno memorabile, che ha reciso il cordone che lo legava alla sua terra nativa, lasciandogli dentro tanta amarezza e nostalgia, anche se ben presto, nella sua nuova terra di adozione, la sua intelligenza e la sua operosità lo hanno portato ad occupare una cattedra in diverse prestigiose Università della città di New York.
Laureatosi a Napoli, dopo la maturità classica conseguita a San Severo presso il Liceo TONDI, Tusiani si è dedicato per lunghi anni alla traduzione in lingua inglese di gran parte dei maggiori classici italiani, da Dante e Boccaccio, Machiavelli e Michelangelo, a Pulci e Tasso, Alfieri e Leopardi, Manzoni e Foscolo ed altri, da San Francesco ai futuristi, contribuendo a diffondere nell’universo culturale anglo-americano la conoscenza della letteratura italiana.
La sua intensa attività letteraria, in prosa e in versi, si sviluppa non solo in lingua italiana e inglese, ma anche in latino e in vernacolo, con la pubblicazione di gustosi e preziosi poemetti nel dialetto del suo paese di origine, pervasi in gran parte da un profondo senso di nostalgia nel ricordo della sua amata e mai trascurata terra lontana, oltre che di un divertente umorismo.
Nel silenzio della sua balla casa nella 72/a strada di Manahattan (che ho avuto il piacere di conoscere in occasione del Columbus Day del 2008, quando il Poeta è stato uno dei tre eccellenti personaggi italo-americani premiati e onorati, insieme a Joseph Plumeri e Thomas Sculco, festeggiato tra sfilate, pranzi, cene al famoso Waldorf Astoria e cerimonie religiose alla cattedrale di S. Patrick), casa dove non mancano cimeli e ricordi dei suoi anni trascorsi tra infiniti premi e riconoscimenti italiani e americani (tra cui il Premio Fermi nel 1995 a New York, il Premio Italiani nel mondo nel 2004 a Roma, il Giglio d’Argento nel 2007 a Firenze), un modernissimo computer lo ha sempre collegato non solo con la sua amata terra nativa, ma col mondo intero.
Collegamenti mai interrotti, nonostante la sua impossibilità di camminare, fino al momento della sua dipartita nello scorso 11 aprile, la vigilia della santa Pasqua.
Tra le numerose opere di questo insigne rappresentante della cultura della nostra Puglia e della nostra Italia all’estero, oltre alle magnifiche traduzioni in inglese dei classici accennati, si ricorda la sua Autobiografia in tre volumi: “La parola difficile”, “La parola antica” e “La parola nuova” (che abbraccia gli anni dal 1947 al 1999), l’Opera omnia dialettale “Storie del Gargano” (2006), e infiniti scritti poetici, sia in latino che in italiano e in dialetto garganico, in cui prevale sempre “la meditazione sul fluire del tempo, le vicende dell’emigrazione, la bellezza e il ricordo del suo amato Gargano”.
Il “poeta dalle due patrie” non ha mai smesso di scrivere, ed ha continuato a creare e pubblicare bellissimi versi ed a rimanere in contatto coi suoi tanti amici di San Marco e del Gargano e di tante altre parti della nostra provincia e più lontano ancora.
L’ultima sua pubblicazione, appena completata e pronta da presentare al numeroso pubblico del suoi estimatori, è un romanzo ambientato nei tristi anni dell’ultima guerra mondiale. Appena completata, invece, una nutrita raccolta di poesie scritte nel corso del passato anno 2019: una poesia al giorno per 365 giorni di tutto il 2019, raccolta di cui mi ha parlato egli stesso qualche mese fa, anno 2020, l’ultima volta che ci siamo sentiti per telefono, come spesso eravamo soliti fare, scambiandoci idee e commennti.
ADDIO, JOSEPH, ti porteremo sempre nel cuore e non ci lascerà mai il ricordo di te e di quanto hai saputo offrirci con la tua vivida e insuperabile penna d’AUTORE.
Silvana Del Carretto