Spesso i pazienti con problemi alla colonna cervicale media e bassa accusano dolore riferito in specifiche zone della scapola, le famose aree di Cloward, neurochirurgo americano che per primo ha descritto il dolore discogenico anteriore, riferito lungo precise aree scapolari raffigurate nell’immagine.
Non solo, alcuni lamentano anche di rigidità della zona della spalla, peri-scapolare e tra il collo e la spalla e difficoltà duranti banali attività della vita quotidiana come stirare, pulire i vetri di casa e stare davanti al proprio computer. Il collo sembra non avere nessun problema (si lamentano della spalla o delle scapole quasi sempre) eppure è da lì che originano i fastidiosi sintomi.
Una classica domanda che questi pazienti mi pongono, duramente il trattamento, è: “Ma come ho dolore qui sulla scapola, sento la muscolatura dura e tratti invece il mio collo dove non sento nulla?”
Nei casi di disfunzioni della colonna cervicale è importante comprendere che l’origine del dolore è quasi sempre più a monte dei sintomi lamentati. Ci sono infatti almeno 3 strutture, che a livello cervicale possono causare dolore proiettato o riferito.
- Prima struttura Le radici nervose cervicali. Tutti avranno sentito parlare di pazienti che lamentano problemi alla cervicale e “formiche” “sensazione di scossa elettrica” insensibilità o dolore sordo in in specifiche zone del braccio e della mano (cervico-brachialgia); in questi casi molto spesso un’ernia postero-laterale ha irritato uno o più radici nervose; il dolore al braccio avrà quindi una proiezione che riflette, in modo più o meno accurato, i territori di innervazione delle radici.
- Seconda struttura (in immagine d’apertura dell’articolo) Come scrivevo prima, c’è un preciso dolore riferito che indica che proviene da danni della porzione anteriore del disco intervertebrale C4-C5-C6. Il dolore sarà riferito nelle aree di Cloward. In questa immagine (qui sotto) invece viene mostrata come la rottura della porzione di disco cervicale C5 produce un dolore più diffuso tra C4 e C6, se invece il disco viene lesionato postero-lateralmente il dolore diffonderà unilateralmente
- Terza struttura le articolazioni zigo-apofisarie. Le articolazioni (artrodie) tra vertebra e vertebra, chiamate faccettali o zigo-apofisarie, possono essere causa anch’esse di dolore riferito secondo la mappa qui in basso. Questa mappatura è stata realizzata da Bogduk nel 1996, dopo uno studio su volontari sottoposti a iniezione delle articolazioni faccetali o a denervazione delle stesse in una clinica del dolore giapponese.
La cosa che salta subito all’occhio, osservando tutte e 3 le mappe di dolore proiettato o riferito, è che diverse aree si sovrappongono tra loro. Solo un colloquio clinico scrupoloso ed una valutazione fisioterapica dettagliata possono fornire più indicazioni sull’origine del disturbo, sul suo probabile decorso e sulle opzioni di trattamento migliori in rapporto a parametri come limitazione al movimento, severità/irritabilità cronicità e altri importanti fattori da tenere in considerazione.
Controverse sembrano essere invece le teorie e le mappe sui trigger point miofasciali . I trigger point sono noduli di tessuto miofasciale (micro-contratture) che in alcune correnti di pensiero vengono ritenuti essi stessi causa di dolore e trattati; ma spesso i muscoli si irrigidiscono e vanno incontro a microscopiche contratture sia a scopo antalgico, al fine di limitare il movimento e il conseguente dolore, sia per il dolore stesso che incrementa il tono basale muscolare e l’affaticamento dei muscoli posturali. Il muscolo è spesso la vittima di problemi osteo-articolari più profondi.
Non dimentichiamo infine che il collo è un’area di somatizzazione, il ponte tra corpo e mente: periodi di stress intenso e tensione posturale potratta possono comportare dolore e irrigidimento di tutto il collo. Non è di certo un caso se molti pazienti hanno avuto un’esasperazione delle sintomatologie algiche della cervicale durante l’ultimo lockdown. La sedentarietà, lo stress e le cattive abitudini (alterazioni del ciclo-sonno veglia, consumo di junk food e tendenza all’ipocondria e al catastrofismo) sono fattori sottovalutati ma cruciali.