“E’ avvenuto: quindi, può accadere di nuovo” e, dunque, “La memoria vi rende liberi”: in questi due aforismi pronunciati, rispettivamente, da Primo Levi e da Liliana Segre, quest’ultima tra le viventi sopravvissute all’Olocausto, si racchiude lo spirito delle due iniziative culturali tenute dall’I.T.E.S. “A. Fraccacreta” di San Severo, lo scorso 27 gennaio 2020, una interna, dal titolo “La banalità del male”, presso la biblioteca del medesimo Istituto e l’altra esterna, dal titolo “Se questo è un uomo”, presso la Chiesa di Santa Maria della Pietà in San Severo.
Alla prima, svoltasi in forma di Conferenza, hanno partecipato il dott. Attilio Celeste (Presidente del Rotary Club San Severo), la prof.ssa Maria Grazia Cristalli (Presidente C.A.R.F. International Inner Wheel) ed, in qualità di relatori, la prof.ssa Concetta Pacentra ed il Notaio Dott. Paolo Lops.
All’evento, introdotto da una prefazione musicale realizzata dagli studenti Marco Ferrero ed Antonio Pennacchia sulle note della famosa colonna sonora “La vita è bella” del Maestro Nicola Piovani, hanno preso parte, altresì, Don Luca De Rosa, in rappresentanza del Vescovo Mons. Giovanni Checchinato, ed alcune delegazioni di studenti provenienti da altri Istituti scolastici cittadini, sotto la guida dei rispettivi docenti, tra cui i proff.ri Antonio D’Amico e Giacinto Lombardi (Istituto “Minuziano”).
“Noi tutti abbiamo il compito ed il dovere– ha dichiarato il dott. Celeste- di ricordare la storia che, come scrive la poetessa Eleonora Capomastro Orofino, dal passato sussurra inumane verità: ricordare, però, significa imparare e, quindi, tramandare. Ciò perché, come scrive la Capomastro, la memoria non si sussurra ma si urla. In tal senso, abbiamo intenzione di creare, proprio in Puglia, un centro per la pace”.
La Giornata della Memoria è stata istituita, con legge 20-07-2000 n. 211, proprio con l’obiettivo di ricordare gli orrori compiuti prima e durante la seconda guerra mondiale e nei campi di sterminio, scoperti e svelati al mondo con l’abbattimento, da parte dell’Armata rossa, dei cancelli di Auschwitz-Birkenau il 27 gennaio 1945: nonostante colonialismi, imperialismi e stalinismo, parole come sterminio di massa, selezione della razza e soluzione finale hanno acquisito, in quel periodo storico, una dimensione mai vista prima, almeno in termini di atrocità e di numeri.
“I giovani– ha aggiunto la prof.ssa Cristalli- devono conoscere la storia e comprendere da che parte era ed è la verità: questa è una esigenza sempre attuale, anche oggi a distanza di 75 anni”.
“La straordinarietà dello Shoah- ha proseguito la prof.ssa Pacentra- è nella constatazione che si è trattato di un fatto nuovo, non derivante cioè dalla storia precedente, ed avente l’obiettivo di distruggere, in una società di massa, la democrazia ed a trasformare, persino, la natura e la logica umana. Come ha scritto Hannah Arendt, se in guerra tutto è permesso, con il totalitarismo è stato dimostrato che tutto è possibile, mediante il binomio ideologia e terrore, il controllo dei mezzi economici, comunicativi e di polizia e l’azione su tre livelli e, cioè, l’uccisione dei diritti, l’uccisione morale e l’uccisione dell’uninità-singolarità: in tal modo, la persona diveniva ovvero veniva ridotta a numero. E, dunque, la domanda da porsi è: come possiamo ripensare l’umano? Ebbene, sulla scia di S. Agostino, con l’amore per il mondo perché, nell’ambito delle categorie singolo e comunità, l’uomo diventa Io nella relazione con il Tu. L’uomo è per la vita, e non, come invece affermava Heidegger, per la morte: riprendendo il concetto di “uomo politico” di Aristotele, la politica non è ordine precostituito ma interazione. Il male stesso è, dunque, banale: tale concetto è stato elaborato da Hannah Arendt a seguito dell’osservazione di Adolf Eichmann durante il processo tenutosi in Israele nel 1961, uomo definito senza idee, incapace di pensare e di distinguere il bene dal male, uno che si reputava mero esecutore di ordini, un burocrate insomma che dietro la divisa nazista agiva meccanicamente e che durante il processo invece adoperava un linguaggio composto da frasi fatte per sottrarsi alla realtà, un uomo privo di dialogo interiore. Ecco, a noi il compito di costruire la dimensione etica della coscienza perché quelli non erano esteticamente dei mostri: quindi, impariamo a pensare senza ringhiera”.
Come ha scritto Primo Levi, “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”: ci si può chiedere, dunque, come l’uomo possa aver dimenticato i principi cristiani dati da Dio o, più semplicemente, l’idea del rispetto verso il proprio simile.
A tal fine, è necessario ricercare non soltanto le colpe ma anche, ed ancor di più, le cause.
“Memoria ma anche conoscenza– ha continuato il dott. Lops- Innanzitutto, dobbiamo distinguere l’antisemitismo dal razzismo: il primo, infatti, è compiuto verso chi si ritiene abbia qualcosa di più mentre il secondo verso chi ha meno. In uno Stato, come quello tedesco, retto da una Costituzione (Weimar) che poneva l’essere uomo prima dell’essere cittadino, tre sono state le leve che hanno spostato l’asse e, cioè, l’odio verso gli ebrei, la considerazione che essi fossero ininfluenti e l’idea di un Dio superiore. Tra gli altri passaggi fondamentali nella svolta persecutoria, l’idea che ogni pensiero è orfano di ciò che lo precede, l’idea che l’uomo non è quello che è ma quello che fa, la creazione dei diritti di funzione ovvero di utilità e lo slegamento/sbilanciamento del rapporto diritti-doveri. Alle giovani generazioni, dunque, il compito di guardare al bene comune e sociale, nell’ottica della responsabilizzazione individuale ”.
Dinanzi all’immane tragedia dell’Olocausto, noi tutti siamo, dunque, obbligati, moralmente, a pensare che quelle atrocità potevano e potrebbero accadere a chiunque: è, anche per questa ragione, che l’Assemblea Costituente ha inserito, in Costituzione all’art. 3, il principio di eguaglianza e non discriminazione.
Nell’altra iniziativa, il Fraccacreta ha partecipato, con una delegazione di alunni della classe 5A A.F.M. guidati dal prof. Umberto D’Orsi, alla maratona di lettura integrale e continua del libro, dal titolo “Se questo è un uomo”, presso la Chiesa, nota, “Dei morti” in S. Severo.
Rilevante, pertanto, l’apporto sociale che il Sistema scolastico può fornire.
“La Scuola, come istituzione Pubblica– ha concluso la Preside dott.ssa Filomena Mezzanotte- è tra le sedi più importanti per la formazione culturale della persona, in quanto laboratorio di idee: il tempo non deve addolcire gli orrori del passato ed, a tal fine, bisogna sviluppare un sano pensiero critico per tenere sveglie le coscienze e per evitare, così, il ripetersi di quelle atrocità. Il Fraccacreta ha sposato, da tempo, tale linea improntata alla costruzione dei valori, traducendola in comportamenti concreti”.
di Alessandro M. Basso (Addetto-Stampa dell’I.T.E.S. “Fraccacreta”)