O per l’efficacia della comunicazione del nostro Sindaco, o della potenza contagiosa dei social, o più semplicemente di una paura che si è lentamente diffusa, certo è che la nostra Città sta dando una bella prova di maturità.
Abitando in centro posso attestare che per strada non vi è proprio nessuno. E’ segno che su questioni importanti qualche strategia unificante si può tentare, soprattutto per il futuro e a beneficio di coloro che vorranno costruire qui il loro futuro.
La Città si mostra a nudo, manifestando tutte le imperfezioni urbanistiche e tutti gli errori commessi nel dopoguerra, ma al tempo stesso presentandosi in tutta la sua bellezza sublimata dal silenzio e dall’assenza di traffico. Ho l’impressione che i nostri campanili e i nostri palazzi ci stiano parlando e incoraggiando, proprio quando dobbiamo restare in casa assaliti dalle nostre paure, quasi a dirci che loro ci sono sempre stati, ci sono e ci saranno ancora. Dicendoci ancora che non può essere un virus ad annientare una civiltà, una Città, una collettività.
La nostra storia ha messo più volte i nostri avi avanti a sfide decisive; pesti, invasioni, terremoti, siccità, grandini, gelate e tanti, tanti eventi funesti. Ma sempre la vita è andata avanti, e sempre è stato necessario proiettarsi verso il futuro, sognandolo e programmandolo.
Bene, e allora esprimiamo qualche desiderio, che magari possa diventare proposito. Iniziamo proprio dalle cose che si potrebbero fare subito, proprio per rispetto ai nostri monumenti, magari con l’ausilio di privati. Ripavimentiamo l’intero centro storico, giro esterno compreso. Eliminiamo subito gli scempi: asfalto da via Soccorso, via Fraccacreta (dal Comune a San Nicola), corso Vittorio Emanuele, via Recca, piazza Carmine, piazza Castello. Ricaviamo, eliminando quei grandi e inutili marciapiedi, una bella piazza accanto al MAT, dove d’estate potrebbero esserci dei concerti. E facciamo di piazza Carmine una vasta area pedonale ripavimentata con un grande parcheggio sotterraneo. Sarebbe l’inizio di una rinascita. E si potrebbe proseguire con la ripavimentazione del borgo Casale, della zona alle spalle di San Giovanni Battista, della Cattedrale e di quella alle spalle di piazza Incoronazione.
Ciò che sta accadendo è davvero tragico, ma forse è il caso di sognare e di pensare al futuro della nostra comunità. Che questa sofferenza, ripeto, diventi un nuovo inizio per una vita cittadina rinnovata, negli ambienti e nella convivenza.
Franco Lozupone