Opinione

La “frenesia” di voler lavorare da parte di molti cittadini del Nord – Michele Russi

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In queste ore si avverte, da più parti, il desiderio impellente, frenesia, di ritornare al lavoro e la volontà di altri di chiudere l’ingresso ai propri territori a chi intraprende l’attività lavorativa perdurante il Coronavirus.

Chi vuol lavorare sente il dovere e l’obbligo di salvaguardare il proprio posto di lavoro impedendo la chiusura di imprese che, senza lavoro, sono destinate al fallimento.

Purtroppo quella parte d’Italia che freme per la ripresa lavorativa con garanzia della tutela delle norme sanitarie, è consapevole che nel nostro Paese non esiste l’albero dei zecchini di Pinocchio.

Questi cittadini sono consapevoli dei rischi per la propria salute e quella degli altri,  ma sentono, più di altri, il dovere di riprendere il lavoro per evitare il sicuro fallimento della Nazione.

Non esistono Governatori “ribelli” contro il Governo centrale se insistono per la ripresa di alcune attività lavorative a minor rischio di contaminazione da virus.

Costoro, invece, sono nella piena consapevolezza di dover salvaguardare l’avvenire anche a chi minaccia di chiudere la propria “Regione” ad ingressi disobbedienti al divieto di lavorare!

Apprezzo con “calore patriottico” il Premier Conte di voler evitare la tutela della “Troika” e, coinvolgendo le parti sociali, la scienza e la politica responsabile, si avvia a decisioni più ponderate possibili, nell’interesse della stabilità economica e sociale dell’Italia nel contesto internazionale.

Michele Russi Padova

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