Se la Liberazione dell’Italia dal morbo delle guerre mondiali è stata salutata ed accolta, con sollievo, da una costrizione morale e fisica indefinibile, il 25 Aprile di oggi dovrà essere vissuto nel ricordo di tanti morti per un nemico invisibile.
Dobbiamo innanzitutto essere riconoscenti a quanti, medici, infermieri, addetti ai servizi e volontari che, pur consapevoli del pericolo, hanno scelto di aiutare i contagiati dall’insidioso virus.
Il mondo intero è attonito, contagiato da un nemico che probabilmente è stato creato dall’uomo stesso, incapace poi di governare i fenomeni conseguenti.
La pace del mondo deve essere ricercata non più nella distruzione delle armi anche chimiche, ma nell’uso di una scienza nemica dell’uomo.
Si teme che il virus sia derivato da un esperimento di laboratorio non controllabile dallo scienziato che nella ricerca scientifica vorrebbe scoprire un mondo “fantastico” da globalizzazione di interessi.
Con il risultato di aver contaminato con un virus in laboratorio, il globo terrestre, creando situazioni di estrema povertà che non risparmia nessuno, nemmeno chi, spero in buona fede, ha tentato di sfidare la natura.
Vorrei paragonare il sacrificio di quanti hanno sconfitto, nelle guerre, il nemico che aveva di fronte, al lavoro di quelle persone che si sono immolate e si immolano pur non avendo un nemico visibile.
Il martirio di tante persone sul Piave, a Caporetto, sulle scene di guerra, che avevano tinto di sangue anche il Fiume Sacro con migliaia di morti, si ripropone oggi con un prezzo altissimo di vite umane.
Chi sopravvive al Conavid19 deve la propria salvezza ai tanti medici, infermieri e addetti ai servizi che volontariamente si offrono con slancio solidale ai bisognosi.
Ai festeggiamenti per perpetuare la memoria dei Martiri delle guerre di ieri e di oggi, devono essere aggiunti le Morti e i contagiati, di questi giorni.
Michele Russi Padova