Grazia Pirro è una di quelle autrici che ti apre ad un proprio mondo, un proprio modo di vedere la vita letteraria, lontana da facili mode o dall’idea di compiacere. Un’autenticità che certo viene ripagata dalla luce e dal vibrare della sua parola scritta, raccolta nelle pubblicazioni ma anche nel mare di pensieri e appunti che si agita nel cassetto.
I suoi racconti, come spiega, sono eterogenei, vanno dall’invenzione letteraria pura a ricordi o a spunti di cronaca e attualità, quali la questione dei migranti, dei femminicidi o dei bambini contesi. Poi ci sono racconti visionari, istantanee di un momento, storie di gente che arriva e parte ma non passa mai inutilmente.” La scrittura è esperienza, non sai mai cosa ti riserva e nulla è mai lasciato al caso. È un viaggio in solitaria, il mondo rimane fuori anche se è la fonte da cui attingere”, chiarisce l’autrice di una narrativa che si può definire “in verticale”, un qui e ora speso nello scavo psicologico e poetico dei personaggi, dei luoghi, degli eventi, e che rifugge il tempo orizzontale, la trama e la tensione narrativa.
Tra l’autore e la sua narrazione, i luoghi, gli eventi o i personaggi, Pirro trova l’ amalgama che li rende tutti necessari al racconto, alla ricerca e soprattutto alla parola. “Non amo la centralità della trama, dove si aspetta l’epilogo, ci trovo qualcosa di preconcetto che si vuole affermare, quasi un giudizio o una tesi da portare avanti. Invece il racconto breve è come la vita: caos e aspetti contrapposti, senza una logica apparente, momenti che si sovrappongono. È una galoppata. Nei miei racconti al centro c’è la parola, che balla senza sentimentalismo o sconti accattivanti”, continua.
Una letteratura che fonde il vezzo del racconto allo sguardo della poesia, una contemplazione complice dei fatti, che li dilata, rendendoli veri e propri luoghi, dove sostare e meditare, inquadrando i particolari, perchè tutto è importante, una mano che si tende, un’occhiata sfuggente, un treno che si allontana.
Amare la scrittura per Grazia significa amare prima quella degli altri. Nel corso degli anni, un pò alla volta, incontra autori che riempiono la sua fantasia, la noia, i desideri. I suoi riferimenti sono gli scrittori che ha amato, di cui si è nutrita, tra gli altri Amado, Fallaci, Rea, De Luca, Montesano…Vive così diverse vite che le rimangono addosso e faranno parte del suo essere. Poi, arriva l’alta marea. Viene fuori tutto in modo originale e piacevole. Non si può evitare, non si vuole.
Il suo rapporto con la letteratura è naturale, scrive da sempre ma solo nel 2016 raccoglie fogli su fogli e mette a posto il disordine. “Certo, non avrei mai pensato di pubblicare ma poi ho imparato che i libri nascono da soli, quando sono pronti. Amici e circostanze mi hanno spinto”. Così pubblica “A spasso con Gracie” una raccolta di cinquanta storie, e dopo tre anni, nel 2019, “Fatti di carta”, la sua seconda raccolta. “Frammenti di vita, fotografie, suggestioni, ricordi. È stato bello lavorarci, ripulirli, rifinirli, asciugarli… Un’opera di artigianato” confida la scrittrice.
Ma se la scrittura le procura piacere, tutt’altro affare è la parte promozionale. “E’ un altro mestiere. Trovo che sia molto difficile parlare del proprio lavoro, sembra quasi si debba dare una spiegazione. Così non è. Il racconto o emoziona o no. Non c’è altro” chiarisce, aggiungendo che per quanto riguarda la divulgazione si affida alla corrente. Chi ha letto i suoi libri ne è rimasto entusiasta, li ha regalati, riletti e amati. “In fondo, uno scrittore non ha bisogno di niente, solo di lettori che si riconoscano nel suo lavoro”.
Una letteratura autentica, quindi, libera prosa poetica che pesca dalla vita, rendendola opera, bellezza scritta, e che si rivolge al pubblico con profonda onestà intellettuale e rispetto, e così lo saluta con il componimento che da il titolo al secondo libro dell’autrice sanseverese.
Fatti di carta
Riecheggia soffuso il bisogno di respirare liberamente, profondamente, aprire il petto ed ingurgitare tutta l’aria possibile, aria fresca, frizzantina e profumata che mandi finalmente giù questo magone che mi stringe la gola e che mi farà soffocare.
Fatti e poesie struggenti cercano la luce durante l’ora del primo sonno, bussano alla coscienza con prepotenza, chiedono di essere ascoltati, poi, se non incontrano un foglio di carta, tornano esausti a sopire in qualche meandro della testa, forse in un ricciolo scomposto, forse in un sogno fantastico.
Comicerà così, domani un’altra lunga, inutile, vuota giornata, solitaria.
Grazia Pirro
Per approfondimenti ricordiamo che l’autrice è presente sul social network Facebook con con pagina dedicata.
I libri di Grazia Pirro si possono richiedere nelle librerie e su IBS.