Spettacolo

IL MUSICAL? UNO STILE DI VITA – GINEVRA SALVATO E LA COMPAGNIA TEATRALE BOHÉMIEN BALLET DI SAN SEVERO,  TRA SOGNO E REALTÀ

Scritto da Peppe Nacci
 
Ricca di espressione artistiche e culturali, San Severo non manca di proporre al suo pubblico il musical. La “Noble art”, in cui si fondono recitazione, musica, canto, danza, costumi, scenografie, regia e coreografie, fino all’illuminotecnica, vede in Ginevra Salvato, fondatrice de la Compagnia Teatrale Bohémien Ballet, uno dei principali punti di riferimento. All’insegna dell’adagio “Se lo sogni lo puoi fare”, scopriamo il suo ricco percorso artistico nell’intervista che segue
 
 
 
Partiamo dalle origini. Come nasce il tuo rapporto con la danza e con lo spettacolo?
Sin da piccolissima direi.
Sono cresciuta in una famiglia dove da sempre si ascolta musica di ogni genere, e devo dire che la musica classica e le opere liriche sono legate alla mia infanzia. Nelle storie narrate nella Tosca e dalla Turandot mi identificavo moltissimo, rivedendomi in taluni personaggi, e come ogni bambina sognavo di diventare un’artista proprio come quelli che ascoltavo nei dischi e vedevo a teatro o in tv.
Ho molte influenze pucciniane nel mio modo di fare teatro – non dimentichiamo che l’opera è madre del moderno musical.
 
 
 
Sei fondatrice e coordinatrice della Compagnia Teatrale Bohémien Ballet. Quando scopri il musical e quando nasce questo bellissimo e impegnativo progetto teatrale?
Ormai dal 2003, anno in cui ho fondato la compagnia “Bohémien Ballet” ho cercato di infondere interesse per questo stile teatrale, che in Italia è poco conosciuto. Devo ringraziare i grandi musical cinematografici come “7 spose per sette fratelli”, “Tutti insieme appassionatamente”, “Grease” e “Stayin’ Alive”. 
Li vidi in tv credo a 6, 7 anni e per me da allora la vita è un pò così, “come in un musical”, infatti affronto la giornata, le situazioni e le persone pensando sempre che a momenti parta la musica e improvvisamente tutti prendano a cantare e ballare.
 
 
Per i non addetti ai lavori, come si definisce tecnicamente il musical?
Il musical è un genere di rappresentazione teatrale e cinematografica che ha al suo interno diverse tecniche espressive e comunicative come la recitazione, la musica, il canto, la danza. I costumi, le scenografie, la regia, le coreografie, le scenografie, l’illuminotecnica e soprattutto il ruolo degli attori, che nella maggior parte dei casi sono anche cantanti e ballerini, devono fondersi e fluire in modo spontaneo e naturale, così da poter coinvolgere il più possibile il pubblico.
 
Un’arte complessa … Quanta gavetta per acquisirla?
Credo che la gavetta possa definirsi “eterna” perché c’è sempre tanta tecnica da imparare ma, soprattutto, trattando di emozioni, bisogna vivere molto per poter molto comunicare.
 
 
Organizzare e dirigere un musical cosa vuol dire?
Direi che il musical è la massima forma d’arte che si possa immaginare. Tutti gli elementi devono armonizzarsi altrimenti il risultato può essere molto deludente. Coordinare tante persone è quasi come dirigere un’orchestra o girare un film. Un piccolo universo che lavora duro per far scivolare gli spettatori in un mondo che non avrebbero mai vissuto.
 
 
La tua compagnia teatrale è caratterizzata dalla presenza di tanti giovani e giovanissimi? Come vengono scelti e come è possibile proporsi?
Si, ho la fortuna di lavorare con dei ragazzi giovani, che all’inizio dell’anno sociale (o alle volte in corso d’anno) possono presentarsi in associazione e proporsi, esibendosi sia davanti a me che di fronte all’intera compagnia – credo che questo confronto renda i ragazzi molto più compatti e soprattutto responsabili della buona riuscita del musical.
Nella mia compagnia c’è posto per tutti coloro che dimostrano volontà, pur considerando che l’assegnazione delle parti sarà determinata dall’impegno dimostrato come dalle caratteristiche di ognuno.
 
 
E’ più difficile trovare talenti o passioni?
Credo entrambe le cose. Dalla mia esperienza posso dire che molti ragazzi sono poco animati dalla passione, e vedo in generale una generazione che fatica ad emozionarsi o a vivere ideali. Per non parlare di quelli che si ritengono talentuosi solo perché riescono a tenere un microfono in pugno; questo è un grave equivoco – il talento va coltivato, e c’è bisogno di molto sacrificio per acquisire la tecnica necessaria.
 
 
Cosa lega maggiormente un artista al musical? La coralità, lo spettacolo, il palco o la bellezza intima che può cogliere nell’arte?
Guarderai il mondo in modo diverso dopo aver partecipato o assistito ad un musical che ti ha toccato, in quanto è il prodotto di stili di vita e di modi pensare che attingono dalla realtà ma allo stesso tempo la riscrivono.
 
Vorrei riportare il messaggio di uno dei miei artisti preferiti, Mr. Charlie Chaplin: “Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Quindi, vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore, ciò che vuoi. La vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Allora, canta, ridi, balla, ama e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi”. Questo rispecchia il pensiero artistico del nostro gruppo, il fuoco che arde nel braciere dell’arte.
 
 
Tanti gli spettacoli realizzati nel corso degli anni. Vogliamo ricordarli ai lettori?
Con piacere. Tutto comincia nel 2003 con un musical scritto da me dal titolo “Quando il cielo s’innamora”, opera sulla tradizione popolare garganica, con gli gli “Avarinosh” che suonavano dal vivo tarantelle e pizziche. Nel 2005 è la volta di “Le porte di Parigi”, liberamente ispirato al Gobbo di Notre Dame di Victor Hugo, nel 2006 e 2007 “Romeo e Giulietta, un amore segnato dal fato”, ispirato ovviamente al dramma Shakesperiano, con libretto e testi del caro amico nonché cantante foggiano Cristian Levantaci. Del 2008 è invece “Dracula, l’amore non muore mai” tratto dal libro di Bram Stoker, ma con un finale alternativo. Arriviamo così al 2010 con “Forza Venite Gente – La storia di San Francesco” in collaborazione con il Gruppo Strade Nuove della Parrocchia San Giuseppe Artigiano. Del 2012 “Mamma Mia, il musical” con le musiche degli Abba, mentre nel 2013 è la volta di “La notte dei Ricordi” liberamente ispirato al musical Cats. “La Bella e La Bestia, storia di amore e magia”, sarà rappresentato invece negli anni 2014, 2015 e 2019. “Jesus” ispirato al musical di Broadway, Jesus Christ Superstar, completamente rivisitato e riadattato in chiave moderna, sarà invece portato in scena nel 2015.
 
Inoltre abbiamo partecipato a vari eventi di beneficenza e collaborato con alcune scuole della provincia. Nel 2019 in occasione Giornata Mondiale della Gentilezza abbiamo realizzato un flash-mob tratto dal film musicale La La Land.
A guardarmi indietro ogni spettacolo è parte di me in un certo senso, e penso di aver lasciato all’interno di essi un pezzettino del mio cuore. Ricordo ogni spettacolo con tanta gioia nell’animo.
 
 
Le compagnie teatrali come la tua svolgono anche un ruolo culturale e sociale molto importante. Quale il sostegno al settore?
Le associazioni tipo la mia svolgono senz’altro un ruolo educativo, perché i ragazzi imparano a lavorare in gruppo – nonostante un mondo che ci spinge sempre più al lavoro individuale e settorializzato – ma soprattutto, confrontandosi con i grandi temi trattati nei musical, sono spinti ad acquisire una maggiore consapevolezza di chi sono e di che persone vogliono diventare.
 
La compagnia avvicina all’arte a tutto tondo tanti ragazzi che altrimenti difficilmente avrebbero questa possibilità a San Severo – per di più arricchendo la platea cittadina del settore, solitamente più matura nelle altre associazioni culturali.
Spero vivamente che le autorità locali riconoscano l’impegno sociale della mia associazione e collaborino attivamente per rendere le nostre attività sempre più fruibili a tutti.
 
 
Il Covid 19 ha portato ad uno stop alle attività artistiche molto duro. Cosa immagini per il tuo settore? Quali i cambiamenti per sostenerlo?
Stiamo vivendo un momento tragico a livello mondiale, e personalmente non credo che la cosa possa risolversi a breve, anche per le restrizioni sanitarie su piano nazionale.
 
Bisognerebbe comunque supportare le relazioni e le ambizioni dei ragazzi, nonostante il distanziamento sociale – che altrimenti rischia non solo di allontanarci fisicamente ma anche di inaridire i rapporti interpersonali e sociali.
 
Tra i cambiamenti necessari si potrebbe pensare ad esempio ad un anfiteatro all’aperto, attrezzato di palco e service audio e luci, dove organizzare eventi e spettacoli dal vivo, in sicurezza. Invogliamo le giovani generazioni ad assistere ad un concerto, ad uno spettacolo teatrale, magari diventandone protagonisti, e non lasciamole davanti ai locali a cullarsi nel “dolce far niente”.
 
 
Ginevra Sognatrice Indipendente? Quanto questa definizione ti rappresenta?
Vorrei citare una frase di Walt Disney: “ Se lo puoi immaginare lo puoi fare”, beh questa frase racchiude un pò il mio essere. Cosa sono i sogni se non pura immaginazione!? Quindi io dico “Se lo sogni lo puoi fare”. Cerco di realizzare i miei sogni, e il mio più grande sogno sarebbe quello di gestire un piccolo teatro dove ognuno abbia la possibilità di manifestare le proprie passioni. Potrebbe essere solo una canzone, una poesia, una danza o una fotografia. Dobbiamo imparare che in tutto ciò che facciamo nella vita c’è il desiderio o il sogno del bambino o della bambina che è dentro di noi.
 
 
Ci sono dei progetti in cantiere?
Certamente, i progetti sono tantissimi e se avessi la possibilità di produrre altri spettacoli, ne sfornerei uno ogni sei mesi ma, come si può immaginare, il campo artistico è uno dei più colpiti in questo periodo della crisi Covid e la cosa più difficile è trovare persone che abbiano la serietà e la volontà di portare a termine progetti per cui si sono impegnati.
 
Viviamo in un’epoca dove tutti vogliono tutto e subito, ignorando il fatto che per un buon risultato bisogna dedicarsi anima e corpo e non ritagliare qualche minuto della giornata, quando spesso si preferisce passare ore intere sui social in maniera sterile ed improduttiva.
Attualmente sto lavorando a due musical inediti e uno edito, ma per scaramanzia non posso parlarne.
Aspettiamo l’evolversi degli eventi e chissà se riusciremo a portare in scena qualcosa il prossimo anno.
 
 
C’è qualcosa che vorresti aggiungere a questa intervista?
Vorrei ringraziare il pubblico che ci segue e sostiene nonostante le enormi difficoltà che incontriamo ogni anno. Un particolare ringraziamento va a don Salvatore Camillo che continua a credere in noi ed è sempre vicino alle nostre attività.
 
Inoltre vorrei ringraziare delle persone speciali che mi sono accanto in questo progetto e che mi invogliano sempre ad andare avanti e a non mollare mai, loro sono Angelica Equestre, Giuliana La Pietra, Laura Stortiero, Maria Iacoviello, Michela Ferrara, Oriella Piccaluga, Rebecca Ciccone, Sara Tozzi, Marco della Malva e Valentina Pazienza.
 
E vorrei anche dire grazie alla mia geniale mamma, nonché costumista Rosa Aquilano, che con il suo estro creativo e la sua enorme pazienza riesce a realizzare costumi ed accessori per tutti i nostri spettacoli.
 
 
Come vuoi salutare il pubblico?
Il mio saluto e quello dell’intera compagnia, con alcuni video tratti dai nostri spettacoli
 
 
 
 
 
Per approfondimenti ed informazioni su prossime iniziative ed eventi visitare la pagina Facebook https://www.facebook.com/bohemienballetsansevero/ – La compagnia teatrale è presente anche si Instagram

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Peppe Nacci

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